COME TRASFERIRE LA PROPRIA RESIDENZA ALL’ESTERO E METTERSI AL RIPARO DAI CONTROLLI DEL FISCO
Trasferire la propria residenza all’estero è un fenomeno comune ed in costante aumento specie al giorno d’oggi.
Le motivazioni sono tra le più svariate e pur se sono aumentati i controlli da parte del Fisco, non è una leggenda che un gran numero di soggetti “migrano” in altri stati soltanto per evadere tasse ed imposte.
Ma quali passi compiere per trasferire la residenza all’estero?
Il soggetto che vuole trasferire la residenza all’estero o che intende permanere per più di 12 mesi, deve cancellarsi dall’anagrafe della popolazione residente presso il proprio Comune e presentare richiesta di iscrizione all’A.I.R.E. (ossia l’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) direttamente presso il Consolato italiano nello stato in cui ci si vuole trasferire oppure presso il proprio Comune di residenza prima del trasferimento.
Quando il soggetto è considerato non residente?
Dal punto di vista fiscale, il soggetto viene considerato come fiscalmente non residente se per la maggior parte del periodo di imposta (cioè per 183 – opure 184 giorni se bisestile – all’anno) non è stato residente, né ha avuto il proprio domicilio in Italia.
[N.B. E’ importante ricordare come ai fini fiscali non è rilevante soltanto la residenza, bensì anche il domicilio, inteso come la sede in cui il soggetto svolge i propri affari ed interessi economici.]
Pertanto, quando il soggetto rientra in tale casistica, questi viene definito come non residente e non è soggetto alla tassazione del reddito secondo la normativa italiana ad eccezione di quello prodotto nel territorio nazionale.
Quali i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate?
I controlli dell’Agenzia delle Entrate sono rivolti a evidenziare situazioni di irregolarità, in particolare quelle per cui, anche se il soggetto risulta residente all’estero e iscritto all’AIRE, è ragionevole presumere che viva ancora in Italia per evitare il pagamento delle imposte.
A tal proposito l’Agenzia delle Entrate ha disposto la creazione di “liste selettive” utilizzando “So.no.re”, un software che consente di segnalare quei soggetti con situazioni anomale tenendo conto di alcuni elementi, tra cui ad esempio:
- residenza in uno stato a fiscalità privilegiata;
- titolarità di partita IVA;
- mancata adesione alla voluntary disclosure;
- presenza del nucleo familiare in Italia;
- intestazione di utenze come gas, luce, acqua, ancora attive;
- disponibilità di veicoli.
L’intervento viene svolto con la collaborazione dei Comuni tenuti a inviare all’Agenzia delle Entrate, entro 6 mesi dalla domanda, i nominativi dei soggetti che hanno richiesto l’iscrizione all’AIRE.
Quali sono gli elementi per provare l’effettivo trasferimento della residenza?
Il cittadino potrebbe trovarsi a dover dimostrare l’effettivo trasferimento nello Stato estero a seguito dei controlli svolti dall’Agenzia delle Entrate; pertanto ritengo opportuno indicare alcuni degli elementi che potrebbero provare che il soggetto agisce nel rispetto delle norme e non a fini evasivi, ad esempio:
- se la dimora abituale del soggetto e della famiglia è stata trasferita nello Stato estero;
- se il soggetto sta svolgendo la propria attività lavorativa nel Paese di trasferimento;
- se si è iscritto nelle liste elettorali del nuovo paese;
- qualsiasi altro elemento che faccia supporre lo svolgimento di un rapporto continuativo e collegamenti nel nuovo Paese.
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Dott. Davide Giansante
Commercialista in Pescara